giovedì 28 luglio 2011

Vibrazioni infinitesimali strutturate/---/

ANNI '70 DI OSVALDO CONTENTI
Non so che cosa ci avesse preso in quegli anni. Certo gli stimoli di una società in forte stravolgimento non ci mancavano davvero. Perché attorno a noi stava cambiando tutto: dai sommovimenti studenteschi all’uomo sulla luna, dalla musica rock alla pop-art, da Che Guevara a Herbert Marcuse, era tutto un fiorire di nuovi concetti e stili di vita, che specialmente per noi studenti del liceo artistico rappresentavano una sorta di manna dal cielo per le nostre attività inerenti agli studi o alle esperienze artistiche extracurricolari. Infatti, appena usciti dai cancelli del liceo, dagli zaini uscivano fuori coloratissime magliette realizzate in batik, collanine, anelli e bracciali di impronta “neoinduista”, poster legati a vari gruppi musicali e manufatti in legno colorato ispirati all’arte africana. Io invece avevo trovato un altro modo per trarre profitto dall’arte. Appena uscito da scuola raggiungevo di volata la Basilica di San Pietro e una volta all’interno mi disponevo dinanzi alla Pietà di Michelangelo, dove in circa mezz’ora realizzavo tre copie del capolavoro michelangiolesco (ripreso da varie angolazioni e disegnato con matita sanguigna) che poi, fuori dalla basilica, vendevo a dei turisti sempre molto ben disposti ad acquistare generosamente dei disegni originali riferiti all’insigne opera del Buonarroti. Insomma, in un modo o nell’altro, i colori e la vivacità di quei prodigiosi anni ’70 finivano per riversarsi sulle nostre vite e in senso lato sui nostri volti, come simbolicamente ho cercato di rappresentare attorno e sul viso del ragazzo raffigurato nell’opera che vedete in questo post.

P.S
Nascevo negli anni ’70 solo più tardi  =studiai=  le vite   dei figli dei fiori / alcune artefatte altre intense/ autentiche/ vive/
Scrutavo/  ascoltando il battito del mio cuore / sentendo a pelle vibrazioni infinitesimali strutturate / La vera rivoluzione di tante monadi infuocate  era quella di riuscire a conglobare un’infinitesima capienza che muoveva l’universo /
Alcuni dei loro  passi erano mossi da un Odoroso Amore/----/

Un grazie Vivo / ai lindi ricami dell'artista Osvaldo Contenti /---/

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